Jeanne LaaBarbera

direttrice Galleria d’Arte alla Cal Poly University State

UN MAGO, UN ALCHIMISTA, UNO SCIAMANO

Enzo Santini è un mago nel senso medievale e nel senso moderno del termine. E' un alchimista, uno sciamano, un senese e un cattolico. Da qualche parte all'interno della sua sottile cornice è collocato il potere di evocare il misticismo di Santa Caterina e il mistero della Siena medievale, la città natale che condivide con l'amata Santa.

Tra le sue più remote reminiscenze infantili è l'orrore provato quando la sua pia madre lo portò a vedere la reliquia di Santa Caterina in San Domenico (la chiesa che ospita la testa della Santa; il resto del corpo, invece, si trova a Roma). La testa staccata dal corpo, venerata da una moltitudine di fedeli nel corso dei secoli, lasciò un'impressione indelebile su Enzo bambino, impressione che ha preso una possente forma fisica circa cinquant'anni dopo nelle sue pitture, l'artista e l'uomo. Tanto potenti, tanto evocative di un'altra epoca, eppure allo stesso tempo così moderne, sono le interpretazioni della Santa di Santini, da aver meritato, e giustamente, l'attenzione del Centro Nazionale di Studi Cateriniani. Nella prossima pubblicazione del Centro Romano su Santa Caterina, Enzo Santini sarà incluso come il primo artista che ha reso la venerata figura della Santa in uno stile contemporaneo, fuori dagli schemi della tradizione medievale.

Qual'è il fattore intangibile, quella misteriosa abilità che permette ad alcuni artisti di trasportarci in un altro luogo e in un altro tempo, per rivelarci una parte finora inesplorata della psiche umana? Mentre stiamo arrivando alla fine del millennio che ha reso sempre più vicine la scienza, l'arte, la religione e la filosofia nella ricerca del significato dell'esperienza della vita, ci si rivolge sempre più verso individualità particolarmente dotate d’ingegno come Enzo Santini. Il suo talento risiede non solo nell'abilità fisica delle sue mani che producono questi dipinti unici, sebbene l'abilità sia considerevole e ben stimata. Penso piuttosto che la forza più grande di Enzo stia nella sua visione. La visione dell'Artista è il fattore intangibile che gli consente di semplificare per tagliare trasversalmente la più pura essenza dell'esistenza. Non importa se l'argomento sia lo stellato profilo della Siena medievale o l'esperienza mistica della Santa Caterina nell'unicità dell'intera vita: l'essenza rimane la stessa.

Come può l'artista intraprendere la scoraggiante ricerca dell'essenziale? Nel caso di Enzo, c'è in lui la serena coscienza di avere ricevuto in dono dalla natura una vita vissuta nel sogno dell'arte. Nonostante la loro potenza, estremamente evidente nelle sue opere, lo sturm und drangdell'espressionismo tedesco o le veementi passioni degli espressionisti astratti non trovano posto nelle fredde ed eteree manifestazioni dell'opera di Santini. Surrealismo, biomorfismo qualche volta. Abietta passione, mai. Santini muove verso l'essenziale mediante la semplificazione. Si spoglia dell'estraneo alla ricerca del pertinente, dell'intrinseco. Tra le mani di Enzo Santini, la sensuale eleganza della semplice, sinuosa linea parla di volumi, mentre luci minori sono soffocate nei loro eccessi. Attraverso il meticoloso rifuggire di ogni superfluo dettaglio nella sua espressione artistica, Santini è abbastanza abile nel favorire e perfino nell'ispirare lo spettatore in una simile opera di eliminazione dei detriti della nostra quotidiana, conscia esistenza, tanto che possiamo giungere più vicino all'essenziale, a quella luce, al cuore di tutto l'essere che Santa Caterina, nelle sue estasi ha sperimentato come Dio, contemporaneamente sostanza e autore di tutte le cose.

Mi sono sorpresa, un po' sconcertata nei confronti della "cera alquanto poetica" sull'opera di un mortale. Tuttavia, bisogna soltanto considerare l'elegante semplicità della quintessenziale enunciazione dello Sguardo, per rimanere esposti al potere del “Gioco delle sfere celesti”, per provare l'ineffabile dolcezza del trionfo di Caterina nel “Ritorno da Avignone”, o per sperimentare le dita che si trasformano in pesci, i gomiti in conchiglie che si muovono in forma di spirale nella “Contemplazione della Croce” per comprendere l'accuratezza del valore di quest'artista, il genio della sua visione.

Enzo Santini è un mago, un alchimista, uno sciamano.