Autodidatta, dimostra fin dai tempi del liceo una spiccata vocazione artistica. Dopo aver frequentato i corsi d’incisione all’Accademia d’Arte di Firenze, suo esordio nella grafica d’arte, in Bulgaria apprende la tecnica della litografia su pietra. Anni di intense esperienze grafiche si intersecano senza soluzione di continuità con la creazione pittorica e la sperimentazione che lo porterà a confrontarsi con la tecnica dell’encausto con la quale verrà realizzato il “Ciclo” su Santa Caterina. Numerose le esposizioni nazionali ed internazionali.
Al Liceo scientifico l’insegnante di disegno si chiamava Leo Rossi. Era un uomo mite e schivo. Ma ciò che il giovane Santini apprezzava in lui era la sua creatività artistica. Il professore aveva una grande simpatia per questo studente in cui vedeva tutte le premesse di un futuro artista. Con un suo disegno l’aveva fatto partecipare ad un concorso nazionale fra i licei della penisola ed era stato esposto – unico fra i licei di Siena - nelle sale di PALAZZO VENEZIA di Roma dove erano confluiti gli elaborati delle altre scuole superiori.
Contrariamente a quanto stabilito dal programma scolastico, che prevedeva la docenza del disegno tecnico e architettonico, Rossi si comportava come se fosse stato nel suo studio di pittura. Il tempo fuori dal Liceo lo passava là, in quello studio luminoso dalle ampie vetrate che guardavano Fontebranda e San Domenico. Il giovane Santini andava spesso a trovarlo.
Nacque in quelle circostanze la coscienza del suo destino d’artista. E’ da allora che egli ha dedicato la sua mente e il suo cuore all’Arte. Non prima. ”Non sono figlio d’arte“ - dichiara – “ma di un padre che ha trascorso tutta la sua esistenza ad opporsi al fascismo, sacrificando se stesso e la sua famiglia. Fu anche torturato nella famigerata “casermetta“ sopra l’ingresso della quale - ora “Stanze della Memoria“ - c’è una lapide che ricorda quel triste luogo.
Una memoria che oggi manca ma che Enzo, allora ragazzo tredicenne, rivive con intensa partecipazione ricordando tanti altri episodi della Resistenza.
L’anno 1968 segna l’inizio di una réchèrche proustiana del tempo perduto. Nascono in quell’anno le opere esposte poi alla DE MENA GALLERY di New York. Fu la sua prima personale. Da quel momento questa straordinaria città sarà la sua mèta più ambita. Il suo studio nel Queens gli permette di vivere spesso in questa città.
Da allora il suo viaggio artistico nel mondo non si interromperà più.
Gli anni successivi vedono l’esordio nella grafica d’arte. In quel periodo frequenta i corsi di incisione all’Accademia d’Arte di Firenze. Saranno la base di partenza di un percorso innovativo del metodo classico che gli permette oggi una semplificazione radicale delle procedure tradizionali e quindi la stampa di opere originali che egli definisce una via di mezzo fra la grafica d’arte e la pittura.
Con questa nuova tecnica ha eseguito un gran numero di ritratti. Se ne citano tre: GOETHE, OBAMA, SANTA CATERINA.
Il ritratto del grande genio tedesco si trova al GOETHE INSTITUT di Roma dove sono interessati alla creazione del Faust.
Il ritratto di Obama è nato da un’idea scaturita a New York guardando la sua foto pubblicata sulla copertina di “Time“.
Il ritratto di Santa Caterina si trova a Roma presso il CENTRO INTERNAZIONALE DI STUDI CATERINIANI diretto dalla prof.ssa Diega Giunta.
Altre copie di quest’opera sono state da lui donate a personalità culturali e religiose di Roma convenute in Campidoglio in occasione di una cerimonia organizzata dal Centro studi cateriniani.
La collaborazione col centro romano è permanente.
Il periodo, che occupa circa un ventennio (1979 – 2000) é denso di iniziative e di episodi significativi che arricchiranno le sue conoscenze tecniche e apriranno ancora di più la sua mente verso mète sempre più lontane da Siena. Il viaggio nel mondo occuperà gran parte della sua vita artistica.
A Siena conosce il Maestro litografo LIUBOMIR YORDANOV, capo scenografo alla televisione bulgara, venuto nella nostra città con sua moglie Sdravska Olekova a frequentare i corsi di lingua italiana alla Scuola di lingua e cultura italiana per stranieri. Questa conoscenza si trasformerà ben presto in una profonda, duratura amicizia. Dopo il suo ritorno in Bulgaria il Maestro Santini riceverà un invito dal Ministero della Cultura a soggiornare in quella nazione per apprendere le tecniche grafiche. Egli lavora sia nello studio di Yordanov, sia nella base grafica di Sofia che nella base internazionale di Samokov diretta dal Maestro litografo GHENO GHENOV. Là trova artisti americani e giapponesi. Al termine di questo lungo soggiorno riceve un invito per la II° BIENNALE INTERNAZIONALE DI GRAFICA di Varna, splendida cittadina sul Mar Nero, dove ottiene il 2° premio con l’opera “I gladiatori“, acquistata e collocata al Museo di grafica annesso ai locali della Biennale. Una difficile conferenza sull’Arte all’Università di Sofia – sono i tempi del regime – conclude la sua lunga esperienza bulgara.
Al suo ritorno a Siena porta con se un DIPLOMA in arti grafiche e un torchio litografico costruito e donatogli dagli stampatori della capitale coi quali ha condiviso un lungo, duro e interessante lavoro.
Al ritorno a Siena Yordanov è protagonista di una personale di opere litografiche ospitate nel salone di Palazzo Patrizi. La mostra è organizzata dal Comune di Siena e presentata dal Sindaco Barzanti. Alla vernice Yordanov conosce un suo vecchio amico francese di Avignone, EDMOND VOLPONI, giornalista, Legion d’onore della Repubblica francese e medaglia d’oro del Comune di Siena per la sua opera in favore del gemellaggio fra le due città.
L’amicizia che ne nasce produce i suoi frutti ad Avignone dove Santini e Yordanov sono invitati al SALON INFORMATIQUE ET COMMUNICATION ad insegnare la litografia agli artisti della Provenza. Là nascerà il progetto di fondare una base europea di litografia: l’ATELIER LITHOGRAPHIQUE DE L’EUROPE ROMANE presso la maestosa Certosa di Villeneuve les Avignon. Il complesso verrà visitato dal Ministro francese per gli Affari Europei Signora Goigou accompagnata dalle colleghe di Spagna e Inghilterra. In quei giorni Santini partecipa anche al concorso europeo di pittura tenutosi al Palazzo dei Papi dove ottiene il primo premio e le chiavi d’oro della città di Avignone.
Dopo questa lunga esperienza Santini è di nuovo insieme a Yordanov su invito della Galleria MERIDIANA, dell’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Messina e del ROTARY CLUB di Milazzo. Dopo l’esposizione alla “Meridiana“ i due amici si trasferiscono a Milazzo dove i soci del Rotary Club assistono ad una prova pratica di stampa mentre nell’Aula Magna dell’Università tengono una lezione sulla litografia a docenti e studenti di quell’ateneo e agli studenti del Liceo artistico di Reggio Calabria. Il prof. Emanuele Lisi, direttore della cattedra di pedagogia e organizzatore dell’evento, consegna ai due artisti una lettera di ringraziamento.
Il ritorno di Yordanov a Sofia coincide con la partecipazione di Santini alla V° Triennale dell’incisione di Milano, la più importante rassegna italiana di grafica. Prima dell’esperienza siciliana il Maestro aveva organizzato uno stand litho all’Arte Fiera di Bologna chiamando da Samokov gli stampatori Gheno Ghenov, Valentin Metodiev Panov e Georgi Velinov Minev che poi rimarranno nel suo atelier per lo svolgimento di un programma di stampa.
Le esperienze in questo campo continuano nella stamperia Becattini di Firenze, una importante base di grafica premiata dal Comune di Firenze durante una cerimonia a Palazzo Vecchio.
Con Yordanov ancora in Italia Santini espone all’Accademia bulgara d’arte e cultura di Roma dietro invito del suo direttore e regista teatrale Prof. Plamen Kartalov. Gli espositori presentano opere litografiche mentre la Prof.ssa Sdravska Olekova presenta ceramiche. La numerosa comunità bulgara di Roma è presente in gran numero. C’è anche il cantante d’opera Boris Christoff, uno dei più famosi bassi della storia teatrale.
La successiva tappa del sodalizio litografico dei due amici si ferma a Buonconvento dove il Comune organizza uno stage litografico chiamando ad assistervi gli studenti dell’Istituto d’arte “Duccio di Boninsegna” di Siena.
Questi anni di intense esperienze grafiche si intersecano senza soluzione di continuità con la creazione pittorica. Nascono anche in questo campo soluzioni nuove. Com’era accaduto per la grafica, anche la tecnica pittorica subisce un cambiamento radicale. Nasce così una pittura i cui colori sono applicati con le dita. L’esperienza bulgara ha contribuito in modo determinante a questa rivoluzione.
L’encausto è contemporaneo. Con questa tecnica, nata nell’antico Egitto, Santini dipinge un complesso di grandi opere dedicate a Santa Caterina da Siena. Le dodici opere che lo formano entreranno a far parte del secondo volume sulla iconografia della Santa senese in fase di preparazione al Centro internazionale di studi cateriniani di Roma.
Una tecnica, l’encausto, con la quale dipingerà il quadro “Siena“ donato al Premio Nobel Andrej Sakarov alla presenza del Rettore dell’Università di Siena Prof. Berlinguer. Più tardi Santini incontrerà il grande scienziato e sua moglie Elena Bonner a Mosca.
Ci preme qui sottolineare la stretta interdipendenza fra le varie esperienze di lavoro che hanno rappresentato sempre la base di partenza per la sua creatività arricchendola costantemente.
Così è, per esempio, nel quadro del ciclo “La contemplazione della croce” dove la figura femminile è nata a Parigi in occasione di un corso di nudo all’Académie de la Grande Chaumière (oggi Académie Charpentier), famosa istituzione fondata nel 1902 in contrapposizione alla tradizionale Ecole des Beaux-Art. Mentre il bianco nudo femminile delle “Tentazioni diaboliche” nasce da un disegno eseguito al corso di nudo dell’Accademia d’arte di Firenze diretta dal Prof. Viggiano, lo stesso che nel maggio 1996 avrebbe presentato il ciclo cateriniano alla Galleria del Paiolo che lui presiedeva.
Anche la vicenda del Palio commissionatogli nel 1992 ha inizio a Parigi dove Santini esponeva al Salon des Artistes Indipendants. Ad una signora francese, dal nome d’arte Ann Lan, che partecipava al Salon con due bellissime opere su seta aveva chiesto dettagli su quella tecnica che desiderava applicare al drappellone al suo ritorno a Siena. Tutte le esaurienti spiegazioni fornitegli non riuscirono nell’intento. Così prevalse, ancora una volta, quella tendenza alla creatività tecnica che lo ha sempre accompagnato nel suo percorso artistico.
Le opere a tema musicale sono nate dall’amicizia con tre uomini straordinari: il Maestro Octav Calleya, direttore del Conservatorio e dell’Orchestra sinfonica di Malaga. Prima di questo prestigioso incarico aveva frequentato i corsi di direzione d’orchestra all’Accademia Musicale Chigiana. Questi corsi erano diretti dal M. Ferrara di cui Calleya era stato allievo prediletto. Il grande docente lo porterà poi con sé a Venezia e a Roma dove conoscerà anche la sua famiglia. L’amicizia con Octav è nata a Siena dove venne introdotto come uditore ai corsi estivi chigiani. Più tardi si sono rivisti spesso sia a Siena, sia a Malaga che a Bucarest. Qui, al teatro dell’Opera di Stato, il Maestro Calleya diresse un concerto dedicato alla loro amicizia. Un’emozione indimenticabile.
L’altro musicista si chiama Nicolay Badinsky, bulgaro. Vive a Berlino. Si sono conosciuti a Siena dove frequentava i corsi chigiani di composizione. Anche questa amicizia si consoliderà nel tempo. Si ritroveranno ancora a Berlino e passeranno insieme sotto la Porta di Brandeburgo dopo la caduta del Muro. Una città irriconoscibile pensando a quella conosciuta molto tempo prima durante l’occupazione sovietica. E ancora un incontro a Wetzlar dove Santini era stato invitato quale autore del manifesto ufficiale del Wetzlarer Festspiele. Egli conosce bene questa città gemellata con Siena per avervi esposto più volte. Il nuovo incontro con Nicolay è a Siena che lasciano diretti a Roma dove il compositore doveva soggiornare al Goethe Institut avendo vinto il “Premio Roma”, un concorso internazionale musicale prestigioso che lo Stato tedesco bandisce ogni anno a Berlino. Di lui conserva gelosamente una composizione dedicata al Maestro.
Dopo la sua lunga esperienza romana i due artisti sono ancora insieme diretti a Cortona per conoscere un altro compositore di musica classica.
Si chiama Wolfgang Molkow, tedesco di Berlino. Aveva lasciato – “fuggito” diceva lui – quella città “invivibile” per ritirarsi in un piccolo podere posto in una vallata alle falde di Cortona. Là coltivava la terra che lo nutriva. Da quella vecchia casa si scorge un antico convento dove aveva vissuto San Francesco. Nel silenzio assoluto di quel luogo Wolfgang componeva la sua musica che periodicamente portava a Berlino per essere trasmessa da un’emittente televisiva.
Questa è la breve storia da cui sono nate le opere musicali di Santini.
Intanto non s’interrompe la creazione del ciclo di quadri sulla Santa senese che termina nel 1994, anno del suo primo viaggio con la Santa a VARSAVIA.
L’esposizione presso il Museo dell’Arcidiocesi diretto dal Prof. Przekazinski è curata dall’Istituto Italiano di Cultura diretto dal Dr. Franco Venturini su interessamento del Generale Peter Kohler, Attaché militaire all’Ambasciata tedesca nella capitale polacca.
Alla vernice Mons. Przekazinski, laureato all’Università di Vienna in critica d’arte moderna, intrattiene il pubblico con una lunga esposizione sulla vita di Santa Caterina mentre Santini si concentra sulla storia di Siena e le sue Contrade.
Prima del suo viaggio in terra polacca il ciclo era stato visitato da S.E. Mons. Ismaele Castellano e dal Prof. Sandro Falassi nella chiesa romanica di San Michele Arcangelo. Più tardi il prelato stesso gli fornirà i titoli delle opere esposte.
L’anno successivo il ciclo viene esposto nel salone della Scuola di lingua e cultura italiana per stranieri di Siena. Di lì a poco le opere partono per GREBOBLE dove l’Istituto italiano di cultura diretto dalla Dr.ssa Carla Michelli Giaccone – laureata in critica d’arte moderna all’Università “La Sapienza” di Roma sotto la direzione del Prof. Argan – cura l’installazione delle opere religiose nel salone del Consolato d’Italia diretto dal Dr. Sebastiano Fulci che consegnerà a Santini una commossa lettera di ringraziamento.
Visto il successo raccolto dal ciclo nasce la decisione di raccogliere in volume sia le opere esposte che i giudizi già espressi da varie personalità culturali, religiose e politiche senesi. Il catalogo, stampato in quattro lingue, viene presentato nella Sala degli Specchi dell’Accademia dei Rozzi dal prof Alessandro Falassi, docente di antropologia culturale alle Università di Siena e di Los Angeles e dal Prof. Sergio Micheli, docente di storia del cinema alla stessa Università. E’ presente anche S.E. Mons. Mario Ismaele Castellano.
La pubblicazione accompagna (maggio 1996) il ciclo cateriniano alla GALLERIA DEL PAIOLO di Firenze. Questa Compagnia, fondata nel 1476, è un’autentica istituzione fiorentina il cui prestigio deriva da uno dei suoi fondatori, Andrea del Sarto. Ne è Presidente il Dr. Vittorio Cecchi Gori. Presenta le opere il direttore artistico Prof. Domenico Viggiano, Direttore dell’Accademia di Belle Arti fiorentina. Nel tempo in cui la mostra rimane aperta il catalogo viene registrato dalla Biblioteca Marucelliana, mentre la cattolica “San Marco Radio” diretta da Padre Raimondo Sorge, trasmette un servizio sull’esposizione.
Nel luglio dello stesso anno il ciclo riparte per la nuova mèta francese: AVIGNONE, la città dei Papi che, insieme a New York, il Maestro ama di più. Là ha esposto più volte anche opere grafiche, una delle quali si trova al Museo d’arte moderna “Calvet”.
E’ giunto il momento della grande avventura oltre oceano: CANADA e successivamente STATI UNITI (SAN LUIS OBISPO e SAN FRANCISCO).
L’esposizione del ciclo cateriniano si apre a TORONTO il 9 Ottobre 1996. Organizzata dal Console Generale d’Italia Dr. Leonardo Sampoli, vi collabora anche il Columbus Centre, istituzione italo-canadese diretta dal Dr. Alberto di Giovanni. Alla vernice sono presenti un gran numero di autorità consolari. In questa circostanza il Sindaco di Toronto Dr. Alan Tonks consegna all’artista un solenne ringraziamento.
Nei giorni che seguono si dispiega il programma delle iniziative prestabilito dal Consolato Generale con la collaborazione dell’Università. Gruppi di studenti e docenti si alternano nelle visite al magnifico emiciclo della Carrier Gallery aprendo dibattiti sulla sua arte, sulla vita della Santa senese e sulle Contrade.
Intanto il Consolato aveva fatto riprodurre l’XI° capitolo della “Storia della Repubblica di Siena” del Langton Douglas; capitolo dedicato espressamente a Santa Caterina. La pubblicazione, stampata in 5.000 copie, viene offerta ovunque in omaggio nella città: dai Consolati all’Università, dall’Accademia d’Arte alle scuole di ogni ordine e grado fino agli ambienti cattolici. Il Sindaco della città di Santa Caterina (!), situato presso le Niagara Falls, visto Santini in TV a spiegare l’esposizione cateriniana, chiede al Console il trasferimento del ciclo nella sua città. La St. Catherine of Siena Catholic School, diretta dal Prof. Gene Kierniki, gli organizza un caloroso incontro dove spiega a insegnanti e studenti la vita della Santa e la sua Siena. A conclusione di questa esperienza gli viene chiesto di pastellare un paesaggio sulla parete di una classe di piccoli alunni invitati a copiare il suo disegno. Nell’Università di Toronto, che annovera fra i docenti di ogni parte del mondo un gran numero di italiani, si sono attivamente interessati all’esposizione il Prof. Massimo Ciavolella, Direttore del Dipartimento di italianistica e il Prof. Rocco Capozzi.
C’è appena il tempo di smontare l’esposizione che l’aereo lo trasporta in California, a San Luis Obispo. Il nome di questa città deriva dal padre gesuita fondatore della missione cattolica. E’ situata vicino all’oceano, a metà strada fra Los Angeles e San Francisco. Con una popolazione di circa 45.000 abitanti sarebbe considerata negli States pressoché inesistente ma la sua Università, la Cal Poly State University (una cittadella universitaria di 17.000 studenti provenienti da tutta la California per l’alta qualità degli studi) l’ha resa famosa in tutti gli USA.
L’inaugurazione avviene in due tempi. Il 9 novembre c’è un lunch cui partecipano personalità cittadine e mass media. La televisione trasmette in diretta l’avvenimento. Santini e il Prof. Becker, Presidente dell’Università, presentano la vernice. L’11 successivo c’è l’apertura ufficiale con un cocktail party notturno. La Mc. Phee Union Galerie è diretta dalla Prof.ssa Jeanne La Barbera. L’esposizione coinvolge studenti e insegnanti. Particolare menzione merita la visita del Prof. Hernan Castellano, docente di lingua e letteratura italiana. Gli studenti del suo corso riprendono un’ampia documentazione dell’esposizione che più tardi sarà tema di studio del loro corso. Sul “Mustang Daily”, giornale dell’Università diffuso in 5.000 copie, appare un originale servizio critico sul ciclo. Nei giorni seguenti Santini riceve la visita del padre gesuita J. David Corrigan in compagnia di numerosi parrocchiani della sua Old Mission.
In quel periodo l’artista si reca all’Istituto italiano di cultura di Los Angeles diretto dal Prof. Coniglio, poi a Santa Barbara, a San Simeon, a Hearst Castle. Di particolare interesse è l’incontro con la prof.ssa Irma Cavat nel suo studio di Santa Barbara. La sig.ra Cavat, docente d’arte moderna presso l’Università di questa città e famosa pittrice, ha soggiornato otto anni a Roma presso l’Accademia americana sul Gianicolo.
La mostra cateriniana a SAN FRANCISCO fa parte di un ampio programma di manifestazioni indette dalla Chiesa Salesiana per celebrare il centenario della venuta dei padri salesiani in terra californiana: il SALESIAN CENTENNIAL. Il programma prevede imponenti manifestazioni che vanno dal 20 gennaio all’11 marzo 1997. Presenzia S.E. il Cardinale Pio Laghi.
L’Istituto Italiano di Cultura e il Consolato Generale d’Italia organizzano due vernici nella sede dell’Istituto: il 4 febbraio e il 6 successivo. La Bowles-Sorokko Galeries con sede anche a New York, collabora all’allestimento della mostra. Alla vernice del 6 febbraio vengono letti i messaggi di saluto del Sindaco di Siena Dr. Pierluigi Piccini, dell’On. Roberto Barzanti, del Presidente della Regione Toscana Dr. Vannino Chiti, del Presidente dell’E.P.T. Signora Carla Caselli, del Prof. Alessandro Falassi, del Console Generale d’Italia Dr. Leonardo Sampoli e di Mons. Mario Ismaele Castellano.
Le settimane successive sono dense d’incontri assai stimolanti e piacevoli come quello nella residenza del Console Generale d’Italia Dr. Giulio Prigioni. Una serata piena di allegria. con arie d’opera e canzoni eseguite dai cantanti italiani dell’Aida in programma in quei giorni all’Opera House.
Il calendario è denso di appuntamenti: gli incontri coi direttori del Museo d’arte moderna di Silicon Valley e Forte Mason sulla baia, gli stages con gli studenti di una catena privata di accademie d’arte, le proiezioni della Siena di Folco Quilici. E poi l’intervista col Direttore dell’ANSA a Washington Jeorge Brignole che trasmette in spagnolo un servizio sulla mostra ai seguenti quotidiani dell’America Latina: “Clarin” Buenos Aires – “El Mercurio” Chile – “Excelsior” Mexico – “El Tempo” Bogota – “El Universal” Caracas – “La Repubblica” Lima. E ancora le solenni celebrazioni del Salesian nella Cattedrale di San Pietro e Paolo dove Santini riceve la massima onorificenza di San Giovanni Bosco: una medaglia coniata dallo scultore Manfrini, lo stesso autore delle porte bronzee del Duomo di Siena. Riceverà più tardi anche la benedizione scritta dell’ottavo successore di San Giovanni Bosco, il Rector Major Juan Vecchi SDB. L’anno dopo sarà ospite dei salesiani newyorkesi celebranti il Salesian Centennial nella Grande Mela.
L’oceano lo riporta di nuovo alle dimensioni italiane: PIENZA. Il Comune, in collaborazione con le Pie Disposizioni, allestisce la mostra del ciclo cateriniano.
Alla sua vernice è presente S.E. il Prefetto di Siena. Il Prof. Mauro Barni e il Prof. Sergio Micheli presentano le opere del ciclo esposto lungo tutto il cortile della maestosa dimora papale.
E ancora di nuovo a NEW YORK (1999) questa volta con il ciclo cateriniano esposto fra le ampie navate della Cathedral of Saint John the Divine. Una lettera di S.E. Mons. Bonicelli testimonia la collaborazione della Chiesa cattolica senese a questa iniziativa.
Nel 2001 il Comune di CHIUSDINO fa gli onori di casa alla Santa senese ospitandola nella vecchia chiesetta di San Martino. Il Prof. Micheli illustra il profilo storico-artistico dell’esposizione.
A maggio del 2002 è giunto ancora una volta il momento di riprendere il pellegrinaggio in terra straniera. E’ il PARLAMENTO EUROPEO a BRUXELLES ad ospitare il ciclo. Un luogo solenne dove Caterina, immaginiamo, avrebbe esortato ancora una volta popoli e nazioni alla pace e alla tolleranza.
Il Deputato Enzo Sacconi presenta la mostra alla presenza di un gran numero di suoi colleghi.
L’instancabile viaggio ha ora per méta la Francia dove il ciclo viene ospitato dal Comune di PLAISANCE DU TOUCHE nei locali del Salon de l’Art. Il giornalista Robert Le Roncé, conosciuto alle solenni celebrazioni di Giovanna d’Arco a Orleans, è stato il promotore di questa esposizione
Al suo ritorno a Siena Santini legge la tesi di laurea di Alessandra Mancuso presenta una tesi di laurea all’Università di Siena sul tema ”L’eredità contemporanea dell’encausto a Siena: Enzo Santini e Marco Salerni”.
Nel novembre 2010 - per la prima volta dopo tre esposizioni – Santini porta a WETZLAR, il ciclo cateriniano. E’ una città che ama da sempre e dove ha molti amici che hanno voluto ricompensare questo amore per la loro città offrendogli un allestimento importante e una solenne cerimonia di apertura. La grande mostra è stata ospitata nel Salone della Neuen Rathause.
Dopo il saluto dell’Assessore ai gemellaggi Sig. Karlheinz Krauter, il Maestro tiene una conversazione con il pubblico del grande salone. Il giorno successivo la prof.ssa Rita Schneider organizza un incontro con gli studenti liceali. Le domande che gli faranno apriranno molti interrogativi e offriranno nuovi spunti di ricerca sul “mistero“ Caterina.
Un gran pubblico, ha preso contatto per la prima volta con la storia di Siena, le sue Contrade, la vita di Caterina Benincasa, i problemi religiosi, politici e sociali di quel tempo lontano eppur vicino. Santini ha vissuto e vive una sua religiosità e il vanto di essere l’unico artista che sia riuscito a diffondere il messaggio di pace della nostra Patrona d’Italia e d’Europa in così tanta parte del mondo. Tantissime le domande, le più disparate, e una gran sete, anche infantile, di sapere. E lunghe conversazioni che hanno arricchito il significato delle esposizioni e chiarito a se stesso molti dubbi.
Un giro del mondo accompagnato dallo straordinario bagaglio storico chiamato Santa Caterina da Siena e l’approfondimento del personaggio che ha poi utilizzato per illustrare la vita della straordinaria donna dedicando forse più tempo a questo compito che non alle opere del ciclo.
“E’ rimasto nel profondo di me stesso”, afferma con passione Enzo Santini, “l’orgoglio di essermi sentito più vicino all’amata mia città e il ricordo vivo di una forte commozione alla proiezione del documentario di Folco Quilici e all’abbraccio commosso di una concittadina con al collo il fazzoletto della Tartuca, mentre io indossavo quello della mia contrada: la Torre.”
Il pellegrinaggio del ciclo cateriniano non ha soste. Nel giugno 2012 Santini è alla Galleria San Vidal di Venezia. Il successo delle opere è illustrato con servizi pubblicati da numerosi quotidiani fra cui “La Repubblica“. L’esposizione al Museo della “Casa dei Carraresi“ di Treviso merita un cenno particolare, sia per il successo di pubblico sia per l’eco avuta sul “Corriere della Sera“. Il prof. Adriano Madaro, che in una sua visita a Siena aveva già visto e apprezzato le opere di Santini, ha presentato il ciclo. I suoi contatti trentennali con le autorità cinesi gli hanno permesso di organizzare numerose mostre sulla Cina da cui è scaturito il desiderio di portare in quel Paese una mostra delle opere del Maestro senese.
L’inarrestabile pellegrinaggio vede ancora il nostro artista offrire al pubblico di Parigi le sue opere esposte nei locali del Senato della Repubblica (Orangerie).
L’ultima tappa – “temporanea“, si affretta a precisare Santini – è a Dubai dove ottiene il primo premio al concorso internazionale di pittura “Il Pennello d’Oro“ e l’invito a esporre le sue opere per un anno negli Emirati Arabi Uniti.
In questo periodo del suo lavoro stanno nascendo le quattordici stazioni della Via Crucis dipinte ad encausto e contemporaneamente riceve gli studenti cinesi che frequentano i corsi di lingua e cultura italiana presso l’Università per Stranieri della sua città.